Le clausole vessatorie nei contratti dei prestiti personali e di mediazione creditizi sono un aspetto che ciascun consumatore dovrebbe verificare prima di sottoscrivere un finanziamento. Nel 2010 le Camere di Commercio di Milano e di Monza e Brianza hanno analizzato i contratti dei prestiti personali, individuando decine di clausole vessatorie che penalizzano i consumatori. Prendendo spunto dallo studio delle Camere di Commercio e dalla newsletter Governo.it del 15 giugno 2010 elenchiamo alcuni esempi di clausole vessatorie:
Penali eccessive in caso di mancato pagamento. Talvolta la penale arriva anche al 33%, ossia 300 euro ogni 1000 euro.
Sedi di contestazione diverse da quella del consumatore. In caso di contestazione sono indicate sedi (tribunali) in città diverse da quelle del consumatore.
Interruzione del contratto. In caso di ritardo nel pagamento per due volte la società si riserva di interrompere il contratto e di chiedere la restituzione del capitale maturato con gli interessi e le spese sostenute.
Poca chiarezza sulla polizza assicurativa del prestito. La polizza assicurativa sul prestito deve sempre essere indicata nel contratto del prestito specificando se si tratta di polizza obbligatoria o facoltativa.
Disdetta del contratto difficoltosa o onerosa per il consumatore che, insieme al tacito rinnovo, tendono a mantenere legato il consumatore alla finanziaria.
In materia il Consiglio dei Ministri sta varando un decreto legislativo di attuazione della Direttiva sul credito al consumo (Direttiva 2008/48/CE) allo scopo di regolamentare e garantire una maggiore trasparenza nelle condizioni contrattuali del credito al consumo e dei prestiti personali.