Abbiamo già parlato delle varie forme di finanziamento che interessano il mondo delle start up, analizzando come le imprese innovative possano ricevere aiuti tramite le più disparate soluzioni. Tra queste abbiamo citato il crowdfunding, ovvero una raccolta di risorse che parte dal basso, appunto “dalla folla”, finalizzata a sostenere le startup attraverso un investimento in denaro anche minimo. Ricordiamo che quello che caratterizza il crowdfunding è il suo stretto contatto con le web communities: è infatti attraverso piattaforme web che l’aspirante startupper può presentare gratuitamente il proprio progetto illustrandolo alla community di potenziali investitori.
Ciò però di cui vogliamo parlarvi è la forma dell’equity crowdfunding, settore in cui l’Italia si è dimostrata all’avanguardia a livello internazionale, essendo la Consob la prima autorità europea a regolarizzarne il comparto. Ma che cosa è?
Con questo tipo di finanziamento, l’investitore va direttamente ad acquistare quote e azioni della società che intende finanziare, entrando direttamente quindi nel suo capitale sociale in qualità di socio.
La Consob, nel regolamento studiato ad hoc, precisa infatti che il proprio intervento disciplina “ il noto fenomeno conosciuto anche come “equity crowdfunding” che indica la possibilità per le imprese (normalmente neo-costituite) di raccogliere capitali di rischio tramite internet, svolgendo quindi un appello al pubblico risparmio rivolto a un elevato numero di destinatari (“crowd”) che nella prassi effettuano investimenti anche di modesta entità. Tale modalità di raccolta di fondi, originariamente utilizzata per sostenere iniziative senza scopo di lucro, ha subìto un crescente sviluppo ed è stata anche applicata per la realizzazione di iniziative imprenditoriali con il riconoscimento di un piccolo premio per i sostenitori, sino ad arrivare allo svolgimento di vere e proprie offerte di capitali di rischio finalizzate alla sottoscrizione di strumenti partecipativi”.
L’equity crowdfunding è ammesso, per ora, solamente per le start up innovative, iscritte nell’apposita sezione del Registro delle Imprese. La start up innovativa è una società di capitali di diritto italiano oppure una Società Europea residente in Italia. Essa deve essere costituita da non più di 48 mesi, con sede principale in Italia e con un valore della produzione inferiore ai 5 milioni di euro per anno. L’oggetto sociale deve riguardare lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e la start up non deve risultare da una fusione, da una scissione o dalla cessione di azienda o ramo d’azienda.
Il regolamento della Consob provvede ad istituire il registro dei gestori dei portali, il quale deve riportare indicazioni specifiche per ciascun gestore autorizzato. Il Regolamento definisce poi una serie di obblighi generali relativi al comportamento di tali gestori (diligenza, correttezza e trasparenza, gestione dei conflitti di interesse, parità di trattamento dei destinatari delle offerte), alle informazioni (corrette, aggiornate, chiare) da fornire affinché gli investitori possano ben comprendere la natura dell’investimento e prendere le decisioni in modo consapevole, nonché al diritto di recesso che può essere esercitato entro sette giorni dall’ordine.
La Consob ha poi stabilito un paletto: il 5% della start up deve essere acquistato da investitori professionali, fondazioni bancarie, incubatori di start up innovative.
I primi tre portali autorizzati di equity-crowdfunding nati in Italia sono stati StarsUp Assitecacrowd e Unicaseed. StarsUp e Unicaseed sono poi i primi che hanno lanciato raccolte fondi: il primo sostiene la start up Cantieri Savona, che cerca di lanciare un modello di yacht ipertecnologico alimentato ad energia solare; il secondo appoggia invece Diaman Tech, società di software per la finanza.
Ma quali sono le criticità di questa forma di finanziamento?
Nell’equity-crowdfunding, se l’operazione non raggiunge la cifra richiesta nel tempo determinato, salta tutto e non si percepisce un solo euro di guadagno.
Insomma, se si raggiunge la cifra richiesta si diventa azionisti della società, altrimenti l’operazione non si effettua.
Si tratta quindi d’investimenti ad alto rischio, che puntano ad investire tutto non su un prodotto o una società già esistente, ma su un’idea.
Da parte sua il portale assicura massima trasparenza nei confronti dell’investitore, che può entrare direttamente in contatto coi fondatori della start up ed avere qualsiasi chiarimento in merito al progetto.