In un’azienda più individui pongono in essere un’attività di produzione economica per il perseguimento di un fine che singolarmente non sarebbero in grado di realizzare.
Gli aziendalisti col tempo hanno dato diverse definizioni di azienda, tutte facente capo a due in particolare, l’azienda vista come istituto economico e l’azienda vista come ordine strettamente economico di un istituto. Gli istituti sono aggregati elementari di uomini che insieme a delle cose si dotano di regole e comportamenti stabili e condivisi, per il raggiungimento di un fine comune.
Il padre fondatore dell’economia aziendale, Gino Zappa, afferma che l’azienda è un istituto economico destinato a perdurare nel tempo che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione, o il procacciamento e il consumo della ricchezza. Essa è un soggetto autonomo dotato di propria vita e propri beni, che costituiscono i fondamentali dell’azienda. In ogni istituto in cui vi è l’attività economica e questa rilevante, troviamo i caratteri di aziendalità, proprio perché le finalità dell’azienda sono di natura economica.
In seguito un allievo di Zappa, Masini, amplia la teoria del suo mentore definendo l’azienda come l’ordine strettamente economico di un istituto. Secondo lui l’azienda è una categoria concettuale astratta che identifica il profilo economico dell’istituto, di conseguenza in tutti gli istituti, anche se con un’attività economica non rilevante, riscontriamo il fenomeno aziendale. Le finalità dell’azienda come ordine economico dell’istituto, coesistono e condizionano la scelta al pari delle finalità etiche, sociali e politiche di ogni istituto. L’azienda quindi nasce da un aspetto soggettivo per soddisfare i bisogni umani attraverso un’attività di produzione sia fisica, quanto nello spazio o nel tempo.