Sarà che su qualsiasi canale si vedono Vip ed emeriti sconosciuti ai fornelli: sempre più giovani vorrebbero dedicarsi alla cucina per mestiere.
Ma come si fa a diventare cuochi in Italia? Le strade sono più di una.
La prima è la formazione più “classica”: frequentare l’Istituto alberghiero (il cui nome completo è Istituto professionale a indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”). La scuola dura tre anni, alla fine dei quali si hanno due possibilità: fermarsi ed entrare nel mondo del lavoro come apprendista o aiuto-cuoco, oppure proseguire per altri due anni e ottenere la qualifica di cuoco.
Anche le Università permettono di approfondire questo settore, in particolare la classe di studi L26 (Scienze e tecnologie agroalimentari). Di solito compresa sotto la facoltà di Agraria, questa laurea permette di approfondire quegli elementi – che magari esulano dalla pura cucina – che completano la formazione del cuoco: scienza dell’alimentazione, enogastronomia, dietetica, cucina tradizionale, regionale, nazionale e internazionale.
E se a voler diventare cuoco è qualcuno che ha già terminato gli studi? È proprio per questo motivo esistono alcuni corsi regionali che rilasciano un attestato professionalizzante alla fine della frequenza. È possibile anche frequentare alcuni corsi rilasciati dal Firpe, Federazione Italiana pubblici esercizi.
Esistono infine scuole internazionali che propongono corsi di alta formazione in quest’ambito, come l’Alma, la scuola internazionale di cucina italiana, che offre percorsi anche per chi non proviene dall’Istituto Alberghiero.
Anche l’Anpa (Accademia Nazionale Professioni Alberghiere), nelle sue sedi di Roma, Frosinone, Firenze, Bologna, Napoli, Palermo, Milano e Torino propone formazione per diverse figure che operano nell’ambito della ristorazione: i macroambiti sono Sala Bar, Ricevimento, Ristorante, Piani, Wellness.
Informazioni utili per la preparazione in quest’ambito si trovano sul sito della Federazione Italiana Cuochi, del Miur e sui portali delle singole regioni.