Nel momento in cui si parte alla ricerca del lavoro spesso l’inizio è l’invio del cv. Quindi è il caso di sfruttare al meglio il momento di contatto.
Vale la pena pensare e ripensare a cosa comunicare, perché il recruiter tal dei tali che avrà in mano il vostro documento cercherà di comprendere che tipo di persona siete e che tipo di lavoratore sarete. Tutto ciò nel più breve tempo possibile.
Non si tratta di spietata crudeltà; spesso in risposta a un annuncio arrivano centinaia di cv e il selezionatore ha interesse ad analizzarne il maggior numero possibile per approfondire la conoscenza con i profili che ritiene più interessanti.
Quindi al bando gli errori di ortografia.
È esageratamente inopportuno presentarsi a uno sconosciuto senza la dovuta precisione. Rischiamo di fare la figura dei distratti e dimostriamo mancanza di professionalità.
Dareste mai un biglietto da visita rovinato, sporco e comunque non bello? Non credo; quindi verificate con attenzione tutto ciò che scrivete.
Inoltre questo è un motivo in più per non dilungarvi eccessivamente nella stesura del proprio cv. Due pagine sono sicuramente sufficienti per descrivervi come professionisti: lavoro; formazione; competenze (capacità + conoscenze) e interessi.
Riuscire a collegare le competenze alle proprie esperienze (lavoro e studio) spesso è il modo migliore far vedere concretamente, ma sempre per iscritto, la vostra professionalità.
Come fare?
Sicuramente dedicando tempo e lavoro al curriculum, attraverso analisi e controllo.
Senza lasciarsi sopraffare dalla noia! Magari confrontandosi con una persona di fiducia.
In grado di dirvi cosa emerge ai loro occhi: che tipo di persona avete descritto; che idea di voi e della vostra professionalità comunicate; quali sono i concetti chiave che avete evidenziato.
Potrebbe rivelarsi la migliore “domanda di controllo” per capire se quello che avete scritto combacia con la persona ricercata nell’annuncio.
Non è cosa da niente: ma marketing strategico di se stessi per ottenere il lavoro. Meglio se dei propri sogni.